Intorno al 500 iniziarono a sorgere associazioni d’individui che si riunivano con lo scopo di pregare periodicamente insieme per il benessere spirituale degli appartenenti e compiere opere di misericordia secondo i precetti cristiani. Aderirono a queste associazioni, che presero il nome di Confraternite laicali, un rappresentante per ogni famiglia del territorio, di solito il capofamiglia, e si strutturarono con un proprio Statuto e propri rappresentanti.

Questo percorso fu seguito da tutte le Confraternite o Compagnie laicali e sicuramente anche la comunità di Quinto ne fu influenzata quando furono create le prime Associazioni di Misericordia.

Tra la metà del 1400 e la metà del 1500 si formarono a Quinto molte Compagnie laicali. Quelle con maggiore rilevanza da un punto di vista storico furono due. Una intitolata “Compagnia di Santa Maria a Quinto” con sede presso la Chiesa parrocchiale e una intitolata a “San Potito (o Poteto) Martire“, con sede presso un oratorio nelle vicinanze della chiesa.

Traevano i loro introiti dai beni immobili, quando ne possedevano, o da una sorta di autotassazione degli iscritti, oltre che da lasciti ed elemosine. Trattandosi di gettiti relativi era necessario avere una gestione particolarmente oculata, per cui assunse sempre più importanza la figura dei Camerlenghi che erano responsabili, con il patrimonio personale, dei debiti contratti e non ripianati.

Una delle più importanti testimonianze della vivace attività delle Compagnie è il ritrovamento di uno Statuto datato 1750 della “Venerabile Compagnia della Morte sotto la protezione di San Potito eretta presso la Chiesa parrocchiale di Santa Maria a Quinto”. Un documento complesso e articolato.

Altra importante iniziativa della Compagnia di San Poteto è stata la richiesta di associazione alla Misericordia di Firenze, che possedeva origini antiche e quindi l’associazione conferiva occasione di prestigio e di potenziamento.

La richiesta fu approvata il 6 Settembre 1784 e la Compagnia di San Poteto diveniva la Sesta Confraternita, in ordine cronologico, affiliata alla Misericordia di Firenze e si costituiva il primo embrione della attuale Venerabile Confraternita di Misericordia di Quinto.

Il potere laico era sempre meno disponibile verso le compagnie religiose a causa del loro fattivo impegno nella vita sociale. Le Compagnie furono costrette a sciogliersi e solo alcune ebbero l’autorizzazione granducale a rifondarsi, in ogni caso con rigide limitazioni alla gestione dei beni e alle attività.

La vicenda riformatrice della Chiesa fiorentina ebbe a finire poco dopo il 1796. Nel popolo di Quinto sopravvisse solo una Compagnia intitolata “Compagnia di Santa Maria a Quinto sotto il titolo del Glorioso Martire di San Poteto e della Misericordia” che nel 1792 contava 268 iscritti.

Il prestigio della Compagnia ricominciò a crescere nel XX secolo e, attraverso le opere dei propri soci, la Compagnia stava riconquistando un ruolo importantissimo nell’assistenza ai bisognosi. Era la Compagnia di Misericordia di Quinto ad effettuare, fino dal 1860, il trasporto dei malati in tutto il territorio comunale di Sesto.

E nel Marzo 1913 fu inaugurato il nuovo carro lettiga.

Durante la prima guerra mondiale la Compagnia continuò ad operare in maniera efficace in tutto il territorio. Nel 1914 una disposizione prefettizia impose che nel nuovo cimitero, spostato nel 1855 da dietro la Chiesa al luogo dove sorge adesso, dovessero essere sepolti solo defunti appartenenti alla Compagnia.

Negli anni Venti la Compagnia di Misericordia di Quinto ebbe molti riconoscimenti per le sue molteplici attività. Nel 1921 ottenne la medaglia d’argento di primo grado al Congresso Nazionale delle Misericordie d’Italia e nel 1927 fu premiata con medaglia d’argento, sia per la “Squadra a piedi” che per la “Squadra ciclistica”.

Gli anni Trenta furono per la Compagnia un periodo di grande attività, ma anche di continui screzi all’interno del Consiglio, a causa delle divisioni politiche e delle insistenti ingerenze di elementi fascisti che tendevano a trasformare la Compagnia in un Ente controllabile politicamente.

Alle soglie della seconda guerra mondiale la Compagnia di Misericordia di Quinto, si ritrovò con un Consiglio nominato dalla classe dirigente fascista e perse gran parte della sua autonomia. Nonostante questo, poteva vantare un bilancio ancora soddisfacente per le febbrili attività svolte nell’ultimo decennio, nel corso del quale venne effettuato l’ampliamento dei locali già posseduti dalla Compagnia.

Nell’anno 1944, con l’avvicinarsi del fronte, le necessità assistenziali divennero pressanti, tanto che durante l’anno furono effettuati ben 55 interventi nel territorio di Quinto.

Alla fine del 1945 si ritornò alla libera elezione degli organi dirigenti e l’attività della Compagnia riprese con grande slancio, ma il passaggio della politica fascista aveva lasciato strascichi notevoli all’interno dell’associazione. I rapporti interni si erano ulteriormente inaspriti nel tentativo di associare in una modalità corretta i concetti di soccorso e solidarietà con quelli politico-religiosi, che mettesse d’accordo Curia e popolazione.

Negli anni Settanta si verificò un riacutizzarsi delle contese politiche, a causa dei mutamenti intervenuti nel frattempo a livello politico regionale. Ma la Misericordia di Quinto riuscì a superare i momenti più difficili e non smise mai di impegnarsi sul territorio.

Gli anni Ottanta, con la elezione del presidente Antonio Tomai, hanno segnato il riavvicinamento della Compagnia alla realtà di Quinto.

E finalmente, nel Maggio 1990, in virtù della fattiva collaborazione del circolo MCL Gli Incontri, fu aperta la nuova Sede, adibita ad assistenza infermieristica per iniezioni, che unitamente al poliambulatorio di Quinto Alto, potenziato nel 1984, poteva servire tutta la zona da Castello a Cercina fino ai confini con Sesto.

Nel Giugno 1990, grazie alla donazione ricevuta dalla Misericordia di Sesto, venne inaugurata la prima autoambulanza con volontari già formati per il trasporto sanitario.

Nell’ Aprile 1992 venne inaugurata una nuova ambulanza, frutto del contributo di singoli benefattori e del quartiere tutto, e nel 1993 un’altra ambulanza venne ad arricchire le potenzialità della Compagnia di Misericordia di Quinto che aveva ormai radicato in tutto il Quartiere 3, Quinto Alto e Quinto Basso, la sua presenza con servizi di soccorso, trasporti sanitari e sociali, assistenza domiciliare, assistenza infermieristica e trasporto disabili con mezzi attrezzati.